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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Fonte Nuova: niente fondi, Serena è costretta "agli arresti domiciliari"

Il padre della ragazza affetta da atassia cerebrale sta portando avanti una battaglia per ottenere dal Comune il pagamento della retta che consente alla figlia di frequentare il Centro di Monterotondo, servizio toltole per carenza di fondi

“Da quando le hanno tolto la possibilità di frequentare il centro mia figlia è come se fosse agli arresti domiciliari,chiusa in casa in attesa di una telefonata. Dorme, mangia, beve e guarda la tv”. Usa parole forti Mario Vattiato, papà di Serena, per descrivere la condizione della figlia, affetta da Atassia cerebrale, da quando le hanno tolto l'opportunità di frequentare il Centro specializzato di Monterotondo.

Il comune di Fonte Nuova non dispone più dei fondi necessari per pagare la retta e, così, in attesa di avere una struttura per disabili nel territorio cittadino, la 23enne, costretta su una sedia a rotelle, deve fare i conti con una “non vita”. “Ci hanno detto che non ci sono i fondi – ci ha spiegato Mario Vattiato -  e l'unica rassicurazione che ci hanno saputo dare è che presto si farà un centro a Fonte Nuova e Serena potrà frequentarlo ma intanto non ci sono date, il tempo passa e mia figlia è costretta a rimanere a casa senza la possibilità di socializzare e fare qualsiasi tipo di attività”.

La rabbia di Mario, negli scorsi giorni, si è trasformata in protesta. Vestito da uomo “sandwhich” con un cartone sulle spalle e diversi articoli di giornale attaccati sopra, è andato a manifestare al Palazzo municipale,  nel corso di una seduta del consiglio comunale, distribuendo a sindaco, assessori e consiglieri delle cartoline con su stampato l'articolo 3 della Costituzione. E questo è solo l'inizio. “Ho messo da parte la mia dignità, mi sono ridicolizzato fino a questo punto per il bene di mia figlia e non ho intenzione di smettere - continua il signor Vattiato - Protesterò fino a quando Serena avrà di nuovo quello che le spetta”. La ragazza ha bisogno di frequentare la struttura intercomunale di Monterotondo non solo per una questione di salute ma, soprattutto, perchè è grazie alla terapia relazionale che la giovane ha ritrovato se stessa e la voglia di vivere. Dopo aver seguito il centro per cinque anni, adesso che si ritrova a casa anche il suo umore è cambiato.

Non è la prima volta che alla giovane viene tolta la possibilità di frequentare il Centro: è successo anche lo scorso dicembre, sempre per carenza di fondi, ma dopo un esposto del padre è stata riammessa. Dopo le ferie estive, a settembre, Serena dava per scontato di tornare a rivedere i suoi amici e gli assistenti, tuttavia, quella attesa telefonata non è mai arrivata. “Mi chiedo se la carenza di fondi possa essere una buona giustificazione per privare un disabile dei suoi diritti e dell'assistenza”, aggiunge Mario in preda alla rabbia.

Il problema è che Serena, diversamente dagli altri 30 assistiti del Centro di Monterotondo è fuori convenzione - ovvero non ha potuto usufruire dei fondi dei Piani di zona stanziati da Regione, per una buona parte, e il resto dai Comuni - perchè non c'erano più posti. La sua retta è stata sempre pagata dal Comune di Fonte Nuova.  Il sindaco Graziano Di Buò e l' assessore ai Servizi sociali, Antonio Coccaro, stanno cercando il modo per porre il caso in convenzione fissa. Ma, intanto i mesi passano e Serena ha bisogno di vivere, vuole ricominciare ad uscire di casa e a vedere gente.

Come se non bastasse, a fine anno, la 23ene perderà anche l'opportunità di frequentare la terapia neuromotoria. “La Asl ha detto che per la sua età deve essere seguita in un centro per adulti che qui non c'è – ci spiega ancora Mario, presidente dell'Associazione famiglie con disabili di Fonte Nuova - Anche perchè, stare in questo comune – aggiunge Vattiato – equivale a stare in una città ostile per i disabili, troppe le barriere architettoniche, non ultimo il palazzo comunale. Qui una persona sulla sedia a rotelle non può entrare a parlare col sindaco perchè c'è una scala e nessun ascensore. Un tempo, in qualità di presidente dell'associazione famiglie con disabili avevo il mio ufficio nel comune come delegato alla disabilità e cercavo di fare qualcosa. Oggi di quell'ufficio non rimane niente. Mi chiedo se questa amministrazione si sia dimenticata dei disabili o se, invece, come dice, ha davvero a cuore il caso di Serena e degli altri ragazzi come lei. Se così fosse lo dimostri”.

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