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Sabato, 27 Aprile 2024
Villanova Guidonia Montecelio / Via Francesco Domenico Guerrazzi

Villanova: lettera aperta degli occupanti di via Guerrazzi

Ad una settimana dall’occupazione di una palazzina privata di via Guerrazzi a Villanova di Guidonia, lettera aperta degli occupanti: “Disponibili a trovare una soluzione in comune”

Una lettera aperta alla stampa. In questo modo le famiglie che hanno occupato nella notte dello scorso venerdì gli appartamenti di uno stabile di via Francesco Domenico Guerrazzi, a Villanova di Guidonia, manifestano il loro pensiero e le loro ragioni: “Siamo le famiglie che da ormai una settimana vivono nella palazzina di via Guerrazzi a Villanova di Guidonia, ci vogliamo rivolgere con questa lettera ai soggetti interessati, alla stampa e alla comunità di Guidonia per poter divulgare il perché delle nostre azioni. Alla famiglia Pirandola, proprietaria dello stabile, le nostre scuse perché pensavamo che quest’edificio fosse gia divenuto proprietà del Comune di Guidonia chiarendo che la decisione di occupare queste case ci è stata imposta dall’enorme emergenza abitativa che gravava su di noi e sui nostri figli e dalla totale assenza delle istituzioni predisposte a tutelare il nostro diritto alla casa. Questo palazzo è vuoto da molti anni, da quando è stato costruito, e lo sarà per altri anni. Con questa lettera vogliamo chiedere pubblicamente ai Signori Pirandola di ritirare le denunce che hanno sporto nei nostri confronti e di concertare con l’amministrazione comunale una trattativa, soluzione, relativa ad un contratto di affitto dell’immobile da parte del Comune”.

LEGGE E ISTITUZIONI:Al Sindaco di Guidonia - prosegue la lettera aperta degli occupanti di via Guerrazzi - primo cittadino di una città che come tutto il mondo vive la più grave crisi economica mai registrata dai tempi del Wall Street Crash, chiediamo l’impegno di aiutare il nostro defoult umano, che esula dalla terminologia economica ma si traduce letteralmente nel “bisogno”, il bisogno di una casa che permetta quella dignità umana e sociale che meritano i nostri figli. Al Procuratore capo De Ficchy, che sarà investito dalla proprietà e dal Comune di effettuare lo sgombero delle nostre persone, di fermarsi a pensare che non siamo nomi su di una lista ma mamme, sorelle, figli di un’ Italia che non permette ai tempi d’oggi un rispetto sociale equo. Certi che le decisioni saranno prese più nel rispetto della legge che in quelle della persona, chiediamo di non essere trattati come delinquenti ma come disperati che urlano il loro diritto di aiuto allo Stato”.

STAMPA E OPINIONE PUBBLICA: Ai Giornali, territoriali e nazionali, che ci trattino come esempio di bisogno e non come riempitura di pagina, perché stiamo affrontando una “lotta” pacifica per il nostro diritto alla casa. Ai Cittadini, le Associazioni, la Politica chiediamo il conforto e il confronto su di un tema che riguarda molte anime di questo territorio e di quello nazionale e che solo con azioni come queste sembrano poter trovare lo spazio per un dibattito pubblico costruttivo. Sperando che chi è in dovere di decidere sulle nostre vite non si trinceri in scuse di stampo burocratico ma intavoli da subito una concertazione tra le parti per trovare una giusta soluzione sociale, diamo la nostra disponibilità ad iniziare una trattativa per la soluzione della nostra situazione. Concludiamo ringraziando chi spontaneamente ci ha aiutando vedendo in noi solo dei concittadini bisognosi”.

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